ildabella |
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| Felici noi che amiamo il teatro!
Felici noi che sappiamo apprezzarlo.
Circa un mese fa ci sono state le premiazioni de Gli Olimpici del Teatro.
C'erano i nostri mostri sacri: Eros Pagni, Ottavia Piccolo, Lina Sastri, Luca De Filippo, Carlo Giuffrè, Anna Galiena, Paola Quattrini, Giulia Lazzarini... gente che sulle tavole del palcoscenico ci ha passato la vita intera a fare di tutto, dai classici greci, alla commedia di Goldoni, dal dramma introspettivo alla farsa, al comico...
Gente dal talento straordinario che ha scelto il mestiere più impegnativo, più precario, più meraviglioso del mondo: essere ogni sera una persona diversa e raccontare ogni sera una storia diversa a un pubblico che dovrà ogni volta far ridere o piangere...
Una volta Vittorio Matteucci ad un suo stage disse che non c'era nulla al mondo che gli riempisse il cuore tanto quanto salire su un palcoscenico e cantare e recitare e che non avrebbe mai potuto fare altro nella vita se non quello.
A me non è capitato che per poche volte di salire su un palco. L'ho fatto da amatore in gioventù. Ci pagavano con una cena alla fine delle repliche. Facevo l'attrice, la comparsa, la suggeritrice, la trovarobe, la costumista ( e cucivo tutto a mano perchè non avevo la macchina da cucire), ho persino pulito il teatro ( bagni compresi!) ed è vero: nulla ti riempie tanto il cuore come stare lassù, su di un palco, sotto i riflettori... a morire di paura a volte, perchè temi di scordare una battuta e di fare scena muta o di sbagliare qualcosa, a incazzarti perchè il regista magari ti urla in testa... o perché vorresti tanto la parte della tua collega... perché succede anche questo...
Non c'è nulla che sia paragonabile al teatro... se non forse la vita stessa.
Si fa il buio, si alza il sipario e si diventa qualcun altro, gladiatori in una piccola arena di velluto rosso...
Io amavo, forse anche di più, il cosiddetto backstage, il dietro le quinte, dove c'è il vero. Sul palco davanti al pubblico c'è la finzione, dietro c'è la realtà dei casini, del sudore, dell'odore del legno delle quinte e del palco, dei commenti sottovoce, dei riti scaramantici, dei fili volanti, degli oggetti messi da una parte in attesa di essere posizionati sulla scena al momento giusto, dietro c'è il lavoro vero, quello per costruire la storia che poi il pubblico si godrà seduto comodo nella sua poltrona di velluto.
Quanto vale questo tesoro? Questa magia?
Chi lo fa per mestiere deve necessariamente darle un prezzo, è ovvio, ma in verità un prezzo adeguato non c'è mai, perchè che valore si può dare alla gioia e all'eccitazione, all'appagamento che essere lì sul palco ti dà? Io non lo so... non lo saprò mai dire e Dio sa quanto vorrei tornare a farlo quel teatro che amo così tanto... E' un amore che quando ti prende non ti lascia più, è un amore che non muore mai... mai... mai.
Felici noi che siamo innamorati del teatro.
Edited by ildabella - 17/10/2007, 02:54
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